Una struttura di particolare importanza per la vita sociale e per tantissime persone nella storia della comunità di Padernello è la scuola dell’infanzia, che vanta una storia di oltre cento anni, con due diverse sedi.Nel 1907 il “Ricreatorio infantile mons. Pietro Farina”
La prima struttura di accoglienza per i bambini della parrocchia venne realizzata agli inizi del Novecento in via La Motta, grazie ad una cospicua donazione lasciata alla parrocchia da don Pietro Farina (1829-1887), che fu parroco di Padernello dal 1859 al 1887 anno in cui mori, all’età di 57 anni, per emorragia spinale e quindi sepolto a Padernello.
Egli era nipote di monsignor Giovanni Antonio Farina, vescovo di Treviso e poi di Vicenza, nonché fondatore dell’Istituto delle suore Dorotee.
Don Pietro si era dimostrato generoso nei confronti di Padernello. Comperò una campagna con la volontà di lasciarla, alla sua morte, alla parrocchia per la “fondazione di un Ricovero, o altro Istituto di beneficienza”. Poi però, “per il non buono contegno dei fittavoli, vendette tutto lasciando la relativa somma e l’obbligo di eseguire ugualmente il suo intento a suo fratello Luigi dopo la sua morte”. Quest’ultimo eseguì tutto, negli anni 1906 e 1907, tramite la “Fondazione dell’Asilo mons. P. Farina”, facendosi carico sia della costruzione dell’edificio che dell’arredo.
I lavori di costruzione dell’asilo furono seguiti dal parroco don Pietro Bressan d’intesa con il fratello di don Farina.
La scelta del tipo di opera e la sua collocazione, però, furono caratterizzate da dispute tra i parrocchiani.
A causa di queste polemiche, l’inaugurazione del “Ricreatorio infantile mons. Pietro Farina” avvenne in forma privata nell’ottobre del 1907, alla presenza di mons. Giovanni Maria Viviani da Vicenza e di tre suore Dorotee, al cui Istituto venne affidata la gestione. Le prime tre suore in servizio a Padernello furono suor Nazarena Giaretta, nel ruolo di Superiora, suor Martiria e suor Samuela.
Nel dicembre di quell’anno fece visita all’asilo il vescovo di Treviso monsignor Andrea Giacinto Longhin.
Negli anni successivi vengono eseguiti altri lavori: la costruzione della sala di ricreazione e il completamento della chiesetta al pianterreno; sul retro viene costruito un pozzo per l’approvvigionamento dell’acqua; si forma una commissione per preparare l’orto delle suore e per i lavori di manutenzione.
La Prima guerra mondiale, oltre a provocare lutti e disagi per la popolazione, crea un problema rilevante per l’asilo: i Buoni e Depositi con i cui interessi venivano assicurati il mantenimento delle suore e i costi di manutenzione perdono ogni valore.
Da quel momento i parrocchiani sono chiamati a farsi carico di tutte le spese di funzionamento dell’asilo, con iniziative di varie genere: due questue annue, il raccolto di due campi di proprietà della parrocchia, con il “porzèl de sant’Antonio”.
Nel cortile dell’asilo nel 1938 venne edificata anche una piccola grotta che custodiva una statua della Madonna di Lourdes, utilizzata dalla scuola e dalla comunità parrocchiale per vari momenti di preghiera e devozione mariana nell’arco dell’anno.
Durante la Seconda guerra mondiale, nel 1943, l’attività della scuola dovette essere sospesa per accoglier un gruppo di profughi e le suore di Fiera, un quartiere della periferia di Treviso.
Nel settembre 1959 il soffitto della sala e del refettorio risultò pericolante al punto che l’asilo dovette essere chiuso per eseguire immediati lavori di messa in sicurezza. Ma dovette essere valutata la necessità di costruire un nuovo edificio.La scuola materna “Ilde Montini”
In seguito alla morte per incidente stradale, nell’aprile del 1960, della giovane Ilde Montini, la sua famiglia si rese disponibile a far costruire in sua memoria un nuovo asilo.
La sua realizzazione, stavolta nei pressi della piazza centrale, venne seguita da don Tommaso Scattolin, prima nella veste di cappellano e poi di parroco. L’opera giunse a compimento con l’inaugurazione, nel maggio del 1964, della “Scuola materna Ilde Montini”.
Negli anni successivi l’edificio del vecchio asilo di via La Motta fu utilizzato per ospitare provvisoriamente alcune classi delle scuole elementari fino alla costruzione, nel 1968, della nuova scuola in via San Gottardo. Acquisito dal Comune di Paese negli anni Ottanta l’edificio venne ristrutturato con il ricavo di alcune sezioni della scuola media e, poi, dalla fine degli anni Novanta fino ad oggi, della sede del Distretto sociosanitario dell’Ulss 9.
Nella nuova scuola materna nel 1977 venne realizzato un consistente ampliamento, con la costruzione di un grande salone per il riposo pomeridiano ed altri locali di servizio, realizzati con il concorso generoso e la manodopera gratuita di tanti parrocchiani.
Negli anni Novanta vengono sostituiti i vecchi serramenti e viene eseguito il rifacimento sia dell’impianto elettrico che di quello termo-idraulico.
Nel 1998 la Superiore provinciale delle Suore Dorotee comunicò che, a causa della scarsità delle vocazioni, la comunità delle suore residenti nella scuola materna di Padernello veniva trasferita ad Istrana (saluto della comunità alle suore il 29-08-1998). A giugno del 1999 le Suore Dorotee chiudevano definitivamente l’esperienza di servizio tra i bambini della parrocchia di Padernello, durata 92 anni con l’alternarsi di ben 97 suore.
Dal successivo mese di settembre la gestione viene assicurata dal solo personale laico.Nel 2001 diventa scuola dell’infanzia paritaria
Nel 2000 una legge dello Stato offrì l’opportunità alla scuola di ottenere il riconoscimento di “scuola paritaria”. Per l’assegnazione di tale riconoscimento erano richiesti adeguamenti vari della struttura riguardo agli aspetti igienico-ambientali, strutturali e gestionali.
La scuola dell’infanzia “Ilde Montini” li realizzava tutti ottenendo il riconoscimento di scuola paritaria con decreto del 28 febbraio 2001 (prot. 488/5091).
A curare la gestione e il buon funzionamento della scuola dell’infanzia sono due organismi, con competenze diverse: uno per gli aspetti relativi alla struttura e al bilancio economico, uno per gli aspetti pedagogico-educativi. Essi sono il Comitato di gestione ed il Consiglio di Intersezione.
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