Parroci precedenti
Proponiamo l’elenco dei sacerdoti che sono stati parroci di Padernello nel corso della lunga storia della parrocchia fin da quando si trovano le prime notizie storiche.
Dei parroci più lontani nel tempo ci sono scarsissime informazioni.
Dei sacerdoti che ressero la parrocchia in alcuni periodi non c’è nemmeno il nome; in tali casi, la lacuna è evidenziata con tre asterischi.

Prete GERARDO (parroco nel 1344)
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Prete BENEDETTO (parroco dal 1436)
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Prete DOMENICO (parroco dal 1492)
Prete Vincenzo DE GUIDO (parroco dal 1500 al 1522)
Don SPILIMBERGO (parroco dal 1522 al 1533)
Don Taddeo COLLES (parroco dal 1533 al 1564)
Don Nicolò COLOMBA (parroco dal 1566 al 1583)
Don Giovanni SARTORI (parroco dal 1583)
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Don Giacomo MARINO (parroco dal 1643 al 1652)
Don Ottavio PIACENTINI (n. 1616, m. 1680; parroco dal 1652 al 1680)
Don Giuseppe ZANOLLIO (n. 1637, m. 1692; parroco dal 1681 al 1692)
Don Sante AMADIO (n. 1650, m. 1722; parroco dal 1693 al 1722)
Don Francesco GRIGIS (parroco dal 1722 al 1759)
Don Giovanni Battista NICOLAI (n. 1726, m. 1793; parroco dal 1759 al 1793)
Don Antonio BELLATI (n. 1753, m.1832; parroco dal 1793 al 1832)
Monsignor Giovanni CASAGRANDE (n. 1799, m. 1873; parroco dal 1832 al 1843)
Don Marco BORDIGNON (n. 1785, m. 1859; parroco dal 1844 al 1859)
Don Pietro FARINA (n. 1829, m.1887; parroco dal 1859 al 1887)
Don Francesco MIOTTO (n. 1841, m.1904; parroco dal 1887 al 1904)
Don Pietro BRESSAN (n. 1872, m. 1927; parroco dal 1904 al 1914)
Don Antonio BORSATO (n. 1875, m. 1965; parroco dal 1914 al 1963)
Don Tommaso SCATTOLIN (n.1919, m. 1997; parroco dal 1963 al 1995)
Don Adolfo GIACOMELLI (n. 1935; parroco dal 1995 al 2012)

INFORMAZIONI STORICO-BIOGRAFICHE SUI PARROCI DI PADERNELLO

Prete GERARDO
(1344)
Durante il suo parrocato venne ricostruita la chiesa, distrutta come quella di Postioma nel corso di un’incursione degli Scaligeri in guerra con Treviso.
Egli la fece erigere vicino alla strada pubblica, presumibilmente quindi nell’area dell’attuale sagrato. Nel 1348 è documentato il pagamento, da parte di prete Gerardo, di 20 lire alla Santa Sede.

Prete BENEDETTO
(parroco dal 1436)
Fu rettore di San Lorenzo di Padernello ed anche di San Luca di Marcelline (detto anche Marzelline), dal 1464 unite in un’unica parrocchia.

Prete DOMENICO
(parroco dal 1492)
L’unica notizia su prete Domenico è relativa alla sua origine, di Asolo.

Prete Vincenzo DE GUIDO
(parroco dal 1500 al 1522)
Con bolla del Papa Giulio II venne eletto “rettore” della parrocchia “prete Vincenzo de factis (…) de Guido”, della diocesi di Brescia. Si riporta che egli fu presente al Sinodo. Suo confessore era Antonio, sostituto di Silvelle.

Don SPILIMBERGO
(parroco dal 1522 al 1533)
Egli era originario di Treviso. Viene riportato che fu anche “massaro”, cioè amministratore, del Capitolo. Morì nel 1534.

Don Taddeo COLLES
(parroco dal 1533 al 1564)
Durante il parrocato di don Taddeo Colles, detto anche don Zebedeo, nativo di Treviso, la chiesa di san Luca sarebbe stata cadente e lui non vi voleva celebrare le messe, cosicché i parrocchiani minacciarono di non versare il quartese. Don Taddeo risultava godere anche del beneficio di Massanzago. Morì nel gennaio 1572.

Don Nicolò COLOMBA
(parroco dal 1566 al 1583)
Originario di San Martino, di lui si narra che “assetta le botti, batte il miglio e la canapa sotto il portico del sagrato di san Lorenzo. Aggiunge alla canonica il fienile”. Don Nicolò morì nel gennaio 1583.

Don Giovanni SARTORI
(parroco dal 1583)
Originario di San Biagio di Callalta, don Giovanni “Zuanne” Sartori fece costruire alcuni altari della chiesa parrocchiale. Nel 1610 risultava essere vicario foraneo a Fossalunga.

Don Giacomo MARINO
(parroco dal 1643 al 1652)

Don Ottavio PIACENTINI
(n. 1616, m. 1680; parroco dal 1652 al 1680)
Originario di Castelfranco, fu nominato parroco dal Papa Innocenzo X. Durante il suo parrocato si ritrovò più d’una volta coinvolto in dispute con la famiglia di Maffio Bianchi, il potente segretario del Senato della Serenissima Repubblica di Venezia, per azioni e richieste che confliggevano con gli interessi della parrocchia.
Dal 1676 fu suo cappellano don Sante Amadio, con il ruolo di economo o vicario parrocchiale.
Don Ottavio morì nel 1680, all’età di 64 anni, mentre si trovava Padova, dove venne seppellito nella chiesa di San Nicolò.

Don Giuseppe ZANOLLIO
(n. 1637, m. 1692; parroco dal 1681 al 1692)
Di don Zanollio, originario di Udine, si ha notizia solo relativamente alla sua morte, avvenuta all’età di 55 anni “per colpo apoplettico subito dopo aver celebrato messa”, il 20 febbraio 1692. Gli venne impartita l’estrema unzione e fu sepolto in chiesa.

Don Sante AMADIO
(n. 1650, m. 1722; parroco dal 1693 al 1722)
Don Amadio, che era già a Padernello con l’incarico di “economo”, venne nominato pievano nel 1693. Nativo di Postioma, don Sante nei documenti viene descritto come “sacerdote molto buono, zelante, bravo, attivo, persona distinta, anche architetto”. Fu lui l’artefice della progettazione e costruzione della nuova chiesa.
Don Sante Amadio morì nel 1722, a 72 anni, per “colpo apoplettico anche lui con la sola Assoluzione sub cond. e Estrema Unzione più la Benedizione del S. Rosario”. Si ritiene che sia stato sepolto in chiesa sotto una lapide che riportava la dicitura “Sanctus Amadeus Plebanus 1700”, probabilmente collocata già prima della sua morte a perenne memoria del costruttore della chiesa.
Il suo nome si ritrova scolpito anche sull’altare di san Valentino: sotto l’intarsio con l’immagine del santo compare la scritta “Oculi mei sep. ad Dominum. Sancto Amadeo Rectore” (I miei occhi sempre rivolti al Signore. Rettore Sante Amadio), che richiama anch’essa il parroco artefice della nuova chiesa.

Don Francesco GRIGIS
(parroco dal 1722 al 1759)
Al parroco architetto succedette don Francesco Grigis, di cui si ha notizia che dal dicembre 1711 al luglio 1722 fu “prebendato”, cioè con l’impegno di celebrare messe all’altare di san Gabriele nella cattedrale di Treviso (“prebenda Roncinelli”).
Non risulta che, durante il suo parrocato, siano stati fatti nella chiesa di san Lorenzo lavori materiali di qualche rilevanza. Tuttavia dai documenti delle visite pastorali e dalle testimonianze dei cappellani del tempo, emerge che don Grigis “curò il suo popolo perfettamente”, rivelandosi un parroco che “fa bene il suo dovere; predica bene! Assiste alla dottrina cristiana; visita gli infermi con carità; è di ottimi costumi”.
Don Grigis viene inoltre ricordato per la sua grande erudizione, e per aver lasciato alla parrocchia di Padernello – alla sua morte o rinuncia, poiché di lui non si trova l’atto di morte e non si può stabilire dove e quando sia deceduto – una ricca biblioteca che poi scomparve, forse in epoca napoleonica.

Don Giovanni Battista NICOLAI

don giovanni battista nicolai(n. 1726, m. 1793; parroco dal 1759 al 1793)
A prendere il posto di don Grigis nel 1759 arrivò il parroco più celebre di Padernello: don Giovanni Battista Nicolai.
Nato a Venezia, egli rimase orfano di padre in tenera età insieme a nove fratelli. Venne quindi accolto a Castelfranco dallo zio materno, l’arciprete don Francesco Cimegorti. Entrò poi nel seminario di Treviso rivelando grandi doti nelle materie scientifiche e in particolare nello studio della matematica. A 17 anni fu chiamato a Castelfranco dal conte Jacopo Riccati, celebre studioso di matematica e fisica, per essere compagno di studi dei suoi figli.
Dal 1751 il vescovo Giustiniani lo richiamò in Seminario, dove svolse un’intensa attività di insegnamento.
La sua fama di scienziato era tale che nel 1772 gli venne assegnata la cattedra di Matematica (Analysim tam Cartesianam tam Leibinitianam) all’Università di Padova. In qualità di docente universitario pubblicò alcune opere scientifiche che gli diedero grande notorietà anche all’estero. La sua opera più importante – incompiuta – è costituita dai due volumi “Nova Analyseos Elementa”: il primo del 1786 ed il secondo pubblicato postumo. Le sue doti di studioso gli valsero l’appellativo di “monstrum scientiae”, prodigio di scienza. Nel 1783 pubblicò anche un’opera di algebra, intitolata “Della possibilità della reale soluzione analitica del caso irredubicile”. Don Nicolai, pur senza essere stato un grande protagonista della storia della matematica di quel secolo, fu considerato uno “studioso originale e interessante e la sua organica collocazione nell’ambito delle controversie matematiche settecentesche è ulteriore testimonianza della vivacità culturale della Marca Trevigiana nel secolo dei Lumi” (G.T. Bagni).
Si interessò pure di fisica e di idraulica, occupandosi anche della sistemazione del Brenta e pubblicando un “Piano fiscale del Magistrato delle acque”.
Nonostante il grande impegno richiesto dai suoi incarichi accademici, non rinunciò mai alla cura d’anime a Padernello, di cui fu parroco per 34 anni. Il vescovo, per agevolarlo nel suo doppio incarico, gli concesse un sacerdote vicario che lo sostituisse nei periodi in cui era impegnato a Padova.
Don Nicolai morì il 15 luglio 1793, all’età di 67 anni, mentre si trovava a Schio, ospite dell’amico Andrea Corner per una cura termale a Recoaro, e fu sepolto nel Duomo di Schio.
Questo il testo dell’epigrafe posta sulla tomba del Nicolai a Schio, dettata dall’abate Clemente Sibiliato, anch’egli docente a Padova: “Ioanni Baptistae Nicolai Veneto / Paternelli Archypresbitero / in Patavino Lyceo Analyseos publico Professori / viro integerrimo ac suavissimo / ingenii acumine scriptis editis / nova et magna molienti / Andreas Iulius Cornelius / amico desideratissimo / qui valetudinis curandae Recobarii aquis / Schloedum ad ipso perductus / annum ageus LXVII / morbo inopinato periit / idibus julius MDCCXCIII”. (A Giovanni Battista Nicolai veneziano, arciprete di Padernello, pubblico professore di analisi nello Studio patavino, uomo di esemplare probità e bontà. Acume d’ingegno era nelle opere da lui date alle stampe ed altre ancora, nuove e grandi, ne apprestava. Ne piange amaramente la perdita Andrea Giulio Corner che pur lo aveva chiamato a Schio perché curasse la salute con le acque di Recoaro. Aveva 67 anni; morì sorpreso da morbo repentino il 15 luglio 1793).
La sua tomba, insieme all’epigrafe, fu dispersa o distrutta nel corso dei lavori che interessarono il Duomo di Schio tra il XVIII ed il XIX secolo.
La memoria del Nicolai, tuttavia, non venne meno. Sarà tutto dedicato a lui il discorso solenne per la chiusura dell’anno scolastico 1921-22 del Seminario vescovile, pronunciato da mons. Marchesan ed intitolato “Una gloria del clero trevigiano d. Giambattista Nicolai”.

Don Antonio BELLATI
(n. 1753, m.1832; parroco dal 1793 al 1832)
A prendere il posto del celebre don Nicolai venne designato don Antonio Bellati, già rettore “lodatissimo” del Seminario diocesano, nativo di Noale.
Parroco di Padernello per 39 anni, il Bellati era “diligentissimo nei Registri canonici, scriveva in stampatello. Era bravo amministratore”.
Mons. Chimenton nella sua orazione del 1939 lo definisce “pastore geloso e orgoglioso del suo gregge”, in tempi tutt’altro che fortunati, in cui una “falsa libertà, creata dalle fucine anticristiane in Francia, tentò di strappare la fede anche al nostro popolo veneto”.
Per la chiesa di san Lorenzo e per i poveri del paese don Bellati lasciò un “vistoso capitale che però presto scomparve per le leggi di spogliazione, pubblicate nel 1866”.
L’arciprete don Bellati morì per colpo apoplettico nel 1832, alla soglia degli 80 anni, e venne sepolto “a lato della cappella di sant’Antonio abate, esternamente”.
Sulla parete occidentale della chiesa si trova anche una lapide, l’unica relativa non ad un parroco bensì ad un cappellano: don Giuseppe De Santi, che svolse il suo ministero durante il parrocato del Bellati, dal 1823 al 1825, morendo all’età di soli 29 anni.

Monsignor Giovanni CASAGRANDE
monsignor giovanni casagrande(n. 1799, m. 1873; parroco dal 1832 al 1843)
Nel 1832 venne nominato parroco di Padernello don Giovanni Casagrande, nato a Castelfranco nel 1799, “maestro di belle lettere e di filologia latina”, professore in Seminario dal 1820 al 1841 e dal 1829 rettore del Collegio di Castelfranco.
Da parroco si distinse come “devotissimo della Madonna”, dimostrando grande passione “nel catechismo degli adulti, nell’assistenza agli ammalati, nella generosità verso i poveri”.
Fece alla chiesa di Padernello vari doni preziosi. E a lui va attribuito il merito di aver avviato il ripristino della chiesa di san Luca, ormai in stato di abbandono.
Monsignor Casagrande lasciò la parrocchia di Padernello nel 1843, quando fu nominato Canonico; e diventerà poi anche Arcidiacono, nel 1858. Svolse inoltre per due volte l’incarico di Vicario Capitolare, quando la sede vescovile di Treviso fu vacante. Sarà infine nominato Prefetto degli studi in Seminario.
Nel marzo del 1848, inoltre, durante i moti di ribellione all’Austria, quando il podestà Luigi Olivi chiese alle truppe austriache di lasciare la città, venne proclamato anche a Treviso un governo provvisorio, di cui fece parte pure l’ex parroco di Padernello.
Casagrande viene ricordato anche come fondatore della “Pia Unione fra i laici”, la prima sorta nel Veneto ed approvata dalla Santa Sede. Fu socio dell’Accademia dei Granelleschi di Postioma e bibliotecario della Capitolare, a cui lasciò l’intera sua biblioteca. Di monsignor Casagrande, poeta ed oratore elegante, furono dati alle stampe numerosi discorsi, odi e canzoni per nozze.
Quando egli morì, nel 1873, nonostante avesse lasciato Padernello da 30 anni, i parrocchiani ne reclamarono la salma per la sepoltura, poiché – così motivarono – “meritava riposare tra i figli che il padre aveva tanto amato”. Venne sepolto presso la porta laterale, sul fianco sud-ovest della chiesa. E tuttora una lapide, tra l’altro quella dalla fattura più pregevole, fa memoria dei suoi meriti e del suo servizio alla parrocchia.

 Don Marco BORDIGNON
(n. 1785, m. 1859; parroco dal 1844 al 1859)
Don Marco Antonio Bordignon, originario di Ponzano Veneto, giunse a Padernello all’età di 59 anni, quando era professore di Lettere nel Seminario di Treviso. In precedenza era stato parroco di Maser e del Duomo di Castelfranco. “Fu ottimo sacerdote e parroco di pietà distinta, di forte ingegno e di generosità delicata verso i poveri”. Egli proseguì la ricostruzione della chiesa di san Luca, fino a quando la salute glielo permise. Infatti “durante il suo parrocato fu vittima di una lunga, dolorosa malattia che gli fece perdere interamente la coscienza”. Morì il 16 agosto 1859 “per ernia strozzata a 74 anni avendo ricevuto tutti i conforti religiosi e fu sepolto qui”. A sua memoria rimane l’epigrafe collocata anch’essa sulla parete occidentale della chiesa.

Don Pietro FARINA
(n. 1829, m.1887; parroco dal 1859 al 1887)
Originario di Sorio Vicentino, don Pietro Farina venne nominato parroco a soli 30 anni. Egli era nipote di monsignor Giovanni Antonio Farina, vescovo di Treviso e poi di Vicenza, nonché fondatore dell’Istituto delle suore Dorotee, proclamato Beato nel 2001.
Don Pietro si rivelò sacerdote “tanto buono e zelante”. Proveniente da una famiglia benestante, don Pietro comperò a Padernello una campagna con la volontà di lasciarla, alla sua morte, alla parrocchia per la “fondazione di un Ricovero, o altro Istituto di beneficienza”.
“Per il non buono contegno dei fittavoli, vendette tutto lasciando la relativa somma e l’obbligo di eseguire ugualmente il suo intento a suo fratello Luigi dopo la sua morte”. Quest’ultimo eseguì tutto, negli anni 1906 e 1907, tramite la “Fondazione dell’Asilo mons. P. Farina”.
Per i suoi meriti, a don Pietro fu conferito il titolo di Canonico d’onore del Duomo di Treviso.
Don Farina morì nel 1887, all’età di 57 anni, per emorragia spinale e venne sepolto a Padernello. Sul lato ovest della chiesa lo ricorda un’epigrafe in italiano.

Don Francesco MIOTTO
don francesco miotto(n. 1841, m.1904; parroco dal 1887 al 1904)
Nato a Padernello il 24 aprile 1841, fu nominato parroco nel suo paese natale dopo essere stato per quattro anni alla guida pastorale di Caerano San Marco.
Don Miotto viene descritto come un sacerdote molto intelligente, pio e dotto, “santamente ambizioso”, entusiasta delle “scoperte moderne” di quel tempo, come i cannoni antigrandine, le automobili e gli aeroplani.
Si devono all’impegno di don Francesco varie migliorie nella chiesa parrocchiale, l’acquisto del nuovo organo, nonché l’ampliamento della chiesa di san Gottardo.
Morì a 63 anni per paralisi cardiaca. “Ebbe un funerale bellissimo con l’intervento dei sacerdoti della Forania e tanti altri e di molto popolo” e fu sepolto all’esterno della chiesa, alle spalle dell’altare del Crocifisso.

 

 

 

 

   

 

 

Don Pietro BRESSAN
don pietro bressan(n. 1872, m. 1927; parroco dal 1904 al 1914)
Nato a Camposampiero, don Bressan venne assegnato alla guida pastorale di Padernello all’età di 32 anni, dopo essere stato parroco di Campalto.
Appassionato allo studio, fu autore di alcune pubblicazioni, tra cui una “Vita di San Gottardo” ed una “Vita del Beato Enrico da Bolzano”.
A caratterizzare gli anni del parrocato di don Bressan è soprattutto, nel bene e nel male, la costruzione dell’asilo parrocchiale. Nel 1905 mons. Paronetto, amico di mons. Farina, aveva informato don Bressan della volontà di far costruire a Padernello, a San Luca, “un Ricovero per vecchi o altro Istituto di Beneficenza”.
Don Bressan procedette forse con qualche imprudenza: illuse gli abitanti di San Luca, sollecitandoli ad avviare una raccolta di materiali per la costruzione della struttura in loco.
Ma fu presto costretto a rettificare le proprie dichiarazioni. “Ne nacque subito una lotta diabolica e vergognosa tra i colmellisti di San Luca e Campagna contro il Centro, San Gottardo e l’autorità ecclesiastica”. La vicenda, “oltre ad aver portato il ritardo nella fabbricazione dell’asilo, e diviso il paese, arrecò dispiaceri grandissimi all’Arciprete e a tutti i buoni”. Don Pietro “nella questione dell’asilo si lasciò vincere troppe volte dal suo carattere focoso e corse pericolo di seriamente compromettersi”. L’opera venne completata e inaugurata nell’ottobre del 1907 ma in forma privata.
Sembra che don Bressan, disgustato per l’aspra vicenda, se ne stesse per intere giornate chiuso in camera. Nel 1910 si allontanò dalla parrocchia forse intenzionato a lasciare l’incarico. “Quasi tutta la parrocchia con una sottoscrizione gli chiese di ritornare e poco dopo se ne tornò”.
Nel 1913 raggiunse Saluzzo, con l’intenzione di farsi gesuita, senza riuscirvi. Tornò quindi a Padernello fino al febbraio 1914, quando rinunciò definitivamente alla parrocchia.
Andò poi cappellano a Santo Stefano, a Treviso, e contemporaneamente assumendo la direzione de “Vita del Popolo”. Passò successivamente cappellano a San Martino urbano, ma ai primi bombardamenti della città ebbe paura e scappò, nominato cappellano a San Martino di Lupari. Nel 1920 fu trasferito a Castelfranco come mansionario, dove morì nel 1927.

Don Antonio BORSATO
don antonio borsato(n. 1875, m. 1965; parroco dal 1914 al 1963)
Nato a Fossalunga nel 1875, don Borsato venne ordinato sacerdote nel 1900 e fu maestro di camera del vescovo Apollonio14. Giunse a Padernello una prima volta nel 1901, come cappellano fino al 1903, chiamato poi ad essere arciprete di Onigo fino al 1914, anno in cui fece ritorno a Padernello, stavolta per la nomina a parroco, che ricoprirà per ben 49 anni.
Condurrà la comunità di Padernello attraverso un periodo caratterizzato da enormi trasformazioni sociali e da quei grandi, drammatici eventi che furono le due guerre mondiali.
Nel corso di quasi mezzo secolo don Borsato svolse il proprio servizio pastorale in modo convinto ed energico, occupandosi anche della realizzazione di numerose opere materiali: numerosi e talora radicali lavori di restauro e miglioria della chiesa di san Lorenzo; vari lavori nelle due chiese minori di san Luca e san Gottardo; la costruzione, in due stralci, delle sale parrocchiali.
Don Antonio rinunciò alla guida della parrocchia nel 1963, rimanendo però in canonica a Padernello fino alla morte, avvenuta nel gennaio 1965.
Lasciò numerosi manoscritti e documenti relativi alla storia della parrocchia, che attestano il suo appassionato interesse per ogni aspetto della vita di Padernello, come anche per le vicende storiche del paese.
Per un lungo periodo in canonica con don Antonio visse anche il fratello don Fortunato, classe 1872, che era stato insegnante in Seminario, poi costretto a ritirarsi per motivi di salute. Egli rappresentò un aiuto significativo per le varie attività pastorali. E per breve tempo egli ricoprì la carica di presidente della Commissione ceciliana. Morì nel 1959, sepolto anch’egli nel cimitero di Padernello.

 

Don Tommaso SCATTOLIN
don tommaso scattolin(n.1919, m. 1997; parroco dal 1963 al 1995)
Nella memoria di tanti abitanti di Padernello è ancora ben vivo il ricordo di don Tommaso Scattolin, scomparso il 15 ottobre 1997.
Nato a Rio San Martino nel 1919, don Tommaso era stato ordinato sacerdote nel 1944 e giunse a Padernello come cappellano nel 1959, per diventarne poi parroco nel 1963.
Don Tommaso rimase alla guida della comunità per 32 anni, proseguendo l’opera di don Borsato nell’ammodernamento e completamento delle varie strutture della parrocchia.
Tra i lavori eseguiti in questo periodo spicca la costruzione del nuovo asilo, accanto alle sale parrocchiali, per rimpiazzare l’edificio ormai vetusto di via La Motta, della nuova canonica, del campo sportivo parrocchiale e, addossato alle sale parrocchiali, degli spogliatoi.
Dal punto di vista pastorale don Tommaso si rivelò innovatore in più modi. Fu tra i primi parroci in diocesi ad istituire, nel 1968, il Consiglio pastorale parrocchiale. Inoltre la canonica di Padernello fu tra le prime ad ospitare altri sacerdoti, facendo comunità con i parroci di Porcellengo e Sala d’Istrana.
Significativa, durante il periodo in cui è stato parroco don Tommaso, è stata la presenza continuativa in parrocchia di chierici del Seminario, una quindicina, che svolgevano servizio a Padernello nei fine-settimana, per un periodo di 2-3 anni, in preparazione all’ordinazione sacerdotale. Tale loro presenza si rivelò un prezioso apporto per la comunità ed un importante stimolo, soprattutto per i giovani, con tante attività formative ed animazione, tra cui il campeggio estivo in montagna.
Nei tre decenni a Padernello don Tommaso ebbe modo di rivelarsi sacerdote di fede ferma e di notevole sensibilità spirituale, attento e disponibile nei confronti del prossimo: in particolare gli ammalati, gli anziani e i bisognosi.
Come ebbe ad affermare il vescovo mons. Paolo Magnani nell’omelia per il suo funerale, fu un “buon pastore” e un “testimone autentico”.

Don Adolfo GIACOMELLI
don adolfo giacomelli(n. 1935; parroco dal 1995 al 2012)
Don Adolfo, nato nel 1935 a Riese San Pio X e ordinato sacerdote nel settembre del 1960, giunge parroco provenendo dalla parrocchia di Paderno del Grappa, dopo aver svolto per vari anni anche il servizio di cappellano dell’ospedale di Montebelluna.
In questi anni si costituisce formalmente e si consolida il gruppo oratorio NOI; si consolida ed accresce anche la realtà associativa dell’Azione Cattolica; prosegue l’esperienza dei campiscuola estivi in montagna utilizzando le strutture del campeggio; si formano due cori parrocchiali; nascono due gruppi-famiglia.
Don Adolfo sostiene in modo convinto le varie iniziative di spiritualità e la partecipazione di giovani a momenti formativi di vario genere.
La canonica di Padernello continua ad ospitare parroci di parrocchie vicine.
Nello spazio sul retro della scuola dell’infanzia don Adolfo fa costruire il grande e funzionale oratorio parrocchiale, inaugurato nell’ottobre 2004 dal vescovo Mazzocato e dal sindaco di Paese Mardegan. Inoltre, in questo periodo vengono compiuti lavori di manutenzione straordinaria ed interventi vari nella chiesa di san Lorenzo, oltre che nelle sale parrocchiali, con il ripristino dell’affresco sulla facciata.