La chiesa parrocchiale di Padernello, intitolata al patrono San Lorenzo, ha festeggiato nel 2012 il trecentesimo anniversario della sua consacrazione, che avvenne il 26 giugno 1712.
Essa fu costruita per iniziativa del parroco don Sante Amadio, originario di Postioma, che ne fu anche il progettista, essendo architetto.
Prima di essa c’erano state assai probabilmente altre due chiese, poiché nei documenti storici si parla di una ricostruzione, dopo il 1344, “vicino alla strada pubblica”, per iniziativa del primo parroco di Padernello di cui si ha notizia: prete Gerardo.
Nella nuova chiesa settecentesca vennero trasferiti anche vari oggetti: alcuni arredi - il “coro”, otto banchi, il grande armadio della sacrestia e i due confessionali - donati alla parrocchia dal sen. Maffio Bianchi intorno al 1670; il tabernacolo in marmo per l’altare maggiore, realizzato nel 1680 da Francesco da Genova; tre preziose alzate d’altare realizzate in scagliola di marmo dal padovano Lazzaro Trevisan nel 1669. E tra gli oggetti sacri ha un notevole valore storico-artistico il crocifisso in legno risalente alla fine del Quattrocento, ora custodito nella cappellina a fianco dell’altare.La chiesa si arricchì nel 1722, dell’opera d’arte di maggior valore, collocata nell’altare di San Valentino: la pala raffigurante la Crocifissione con Maria Maddalena, san Valentino e sant’Antonio da Padova, realizzata dal celebre pittore bellunese Sebastiano Ricci (1659-1738).
Intorno al 1780 venne installato l’organo, opera di Gaetano Augusto Callido, di Este.
Nel 1799 un fulmine fece cadere il campanile che dovette essere ricostruito.
Nel 1801 venne realizzato il soffitto e, nel 1804, il pittore veneziano Giovanni Battista Canal (1745-1825) venne chiamato ad abbellire la chiesa con una decina di affreschi: la “Gloria di San Lorenzo” nel soffitto, la “Trinità” sopra l’altare, la “Natività” e l’“Adorazione dei Magi” ai lati dell’altare.
Di particolare suggestione, sempre opera del Canal, sono le cinque monocromie con gli episodi della vita di Giuseppe ebreo: Giuseppe viene venduto - consegna delle vesti al padre - Giuseppe si fa riconoscere ai fratelli - Giuseppe mette alla prova i fratelli - incontro di Giuseppe con il Padre, realizzate sulle due pareti laterali, sotto il soffitto.
Nel corso dell’Ottocento ci furono numerosi interventi di abbellimento e donazioni di arredi e oggetti sacri da parte dei parroci che si susseguirono alla guida della parrocchia: in particolare don Antonio Bellati, mons. Giovanni Casagrande, don Pietro Farina.
Nel 1883 vennero acquistate tre nuove campane, tutt’ora in attività, consacrate dal vescovo Callegari e da mons. Giuseppe Sarto, futuro Papa Pio X.Nel 1899 venne installato un nuovo organo, realizzato dalla ditta Tamburini, inaugurato dal celebre compositore e direttore della Cappella Sistina don Lorenzo Perosi.
Alla fine degli anni Trenta, il parroco don Antonio Borsato fece eseguire nella chiesa radicali lavori di ristrutturazione e modifiche varie.
Nel 1952-53 fu necessario intervenire per il rifacimento del tetto, poiché le travi davano chiari segni di cedimento.
Appena qualche anno dopo, nel 1956, avvenne un radicale intervento di rifacimento del campanile, per le sue precarie condizioni di stabilità.
Venne rifatta la cuspide e, in una posizione più alta rispetto a prima, venne installato un nuovo orologio realizzato dalla ditta Solari di Pesariis (Udine).pala-altare-maggiore
Un cenno particolare merita la pala dell’altar maggiore. Realizzata alla fine del Settecento ed attribuita al pittore bergamasco Lattanzio Querena, essa raffigura i tre santi che insieme simboleggiano l’unità della parrocchia: San Lorenzo, San Luca e San Gottardo.
Essa venne utilizzata come stendardo per le processioni e celebrazioni fino alla fine degli anni Trenta del secolo scorso, quando venne restaurata e collocata nella posizione attuale. In occasione del Tricentenario della chiesa, nel 2012 la pala è stata restaurata restituendole l’originaria nitidezza e freschezza di colori.Tra le opere d'arte sacra presenti nella chiesa, il più antico è il Crocifisso, ora collocato nella cappellina sulla sinistra dell’altar maggiore, risalente, secondo gli esperti, all’ultimo quarto del secolo XV. L'antico Crocifisso presenta una struttura tipica del momento di passaggio dal gusto gotico a quello rinascimentale: rinascimentale per si palesa corrette proporzioni del corpo del Cristo e per il volto reso naturalisticamente; goticheggiante per le fitte pieghe geometriche del perizoma e per alcuni particolari anatomici.